martedì 6 dicembre 2022

La mia nonna Filomena e i fagioli

Mia nonna venne a mancare quando io avevo solo sei anni. Abitava in montagna, ma non in un contesto contadino. Nonostante tutto aveva dietro casa un orto che coltivava e di questo ho un solo ricordo: l’apertura dei baccelli di fagioli borlotti, che aveva lasciato stesi al sole su un largo telo di cotone, affinchè si seccassero. Ci radunava intorno a lei, noi quattro primi suoi nipoti ( due cittadini io e mio fratello e due montanari i miei due cugini, tutti nati tre il ‘46 e il ‘48)

Il compito era sbucciare i fagioli secchi e ricordo la gara che facevamo nel trovare ogni tanto un baccello che invece di avere i fagioli bianchi screziati, li aveva bordeaux, viola scuri o neri! Vi racconto un aneddoto: anni dopo facevo fare ai miei scolari mosaici utilizzando fagioli, lupini, semi di zucca e quant’altro, perciò andai al mercato delle sementi e sceglievo volutamente i borlotti scuri. Fui redarguita dal venditore, perché privavo i semi da quelli che avrebbero dato piante maschili. Mi dispiacque e portai con me, come vera, la sua affermazione, finché un bel giorno scrissi questo particolare in un gruppo FB di ricerca erbe eduli e degli esperti confutarono questa mia convinzione. Scusate se la ho tenuta lunga, ma il bel racconto del tuo post ha suscitato in me questo ricordi che ho condiviso.


 

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