Fin da quando fui colpita da una grave malattia, che mi arrecò notevoli sofferenze, è sorto in me il desiderio di mettere un giorno le mie capacità al servizio dell’umanità.
Vari sono i modi per raggiungere questo scopo, ma quello a parer mio, può andare più a beneficio degli uomini, è quello di dedicarsi allo studio dei microbi e dei batteri che, oggi più che mai, infestano il corpo umano, procurandone spesso la morte.
Finalmente, dopo tante ricerche, ho scoperto il nome di questa professione che da molto tempo mi alletta: quella del batteriologo.Da questi ho anche dedotto che essa è un’attività che comporta molti sacrifici che, certamente non sarebbero adatti ad una donna, che , generalmente si dedica alla vita familiare e alle faccende domestiche
Questa idea però, giorno per giorno si fortifica sempre nella mia mente e mi sprona a non scoraggiarmi soltanto al pensiero di sacrificare la mia vita e di non poterla trascorrere tranquillamente e sfacciatamente in una mia futura famiglia.
Ecco m’immagino già adulta, piena di energia e di volontà di seguire questa mia aspirazione. Mi trovo sola, in uno studiolo dalle mura chiazzate di umidità dal vapore che si eleva dalle provette in ebollizione, annerite dal fumo sprigionato dal fornelletto a gas. Con occhio attento, attraverso la lente di un potente microscopio, osservo una piastrina sulla quale ho posato un frammento di corpo umano, colpito da quella terribile malattia che, negli ultimi decenni stermina giovani vite senza pietà: il cancro.
Sono infatti alla ricerca delle cause che provocano questo incurabile male, tuttora sconosciute. Se riuscissi finalmente a scoprire il virus responsabile di questo, sarei in grado di indicare ai chimici la strada più giusta per trovare la cura adatta per prevenire e vincere questo morbo.
Forse diverrei famosa, ma questa mia celebrità non fermerebbe certo le mie ricerche, anzi, mi spronerebbe infatti, ogni uomo, dopo aver raggiunto una meta, acquista più fiducia nelle proprie forze e con maggiore slancio riprende la lotta.
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