mercoledì 8 gennaio 2025

Tema: rondini al tramonto. Uno scrittore francese Julian Renato scrisse della rondine:è il giocattolo preferito del vento

   Al giungere della primavera le rondini tornano a popolare le grondaie. 

  Sotto di esse i nidi vuoti e inanimati, perché abbandonati dalle rondini al giungere della cattiva stagione, le attendono. 

  Alcuni sono infranti e avanzi di Creta dondolano al vento, portando ancora qualche piuma esile

  Uno stormo adunato è giunto ed è sul tetto della casa dirimpetto alla mia, sembra aspetti ancora qualche compagna dispersa: di tanto in tanto infatti giungono a due a tre le compagne in ritardo. 

  Le ultime arrivate vanno a posarsi sul filo, alcune rivolte col becco, altre col dorso, in modo che le piccole code biforcute e i piccoli petti bianchi si alterano. 

  Ad un tratto come sollevato da un improvviso colpo di vento, da una forte raffica, lo stormo si leva con un gran frullio d’ali, come in un mulinello le rondini volteggiano più volte sopra la casa per poi, senza incertezza dirigersi ognuna verso il proprio nido. 

  Verso sera, quando gli ultimi raggi di sole stanno per tramontare e tutta la natura pare avvolta di tristezza, le rondini riempiono l’aria dei loro garriti. 

  Sembrano pazze di felicità, disegnano nel cielo un intreccio di linee continuamente mutevoli, si dirigono velocemente verso la mia finestra, così che sembra entrino nella mia cameretta, ma poi sfiorano vicinissime le pareti della mia casa e spesso ho la sensazione che quel corpicino nero  dalla testolina fragile, debba urtare e cadere. 

  Tagliano l’aria stridendo, si riabbassano per riprendere respiro, indugiano a guardare, si rovesciano e si tuffano a capofitto tra i tetti e le case per poi riemergere vertiginosamente  

  Spesso, quasi per una tacita intesa si ricompongono in un unico volo e con stridio e garrito penetranti volteggiano più volte a spirale sopra i tetti, per poi di nuovo lanciarsi in voli solitari tra i muri delle case. 

  Come gli alianti volano nel cielo portati dal vento, così sembra che anche le rondini siano in balia di esso. 

  Ho questa impressione quando con mio padre mi reco in collina e di lassù  osservo il loro volto. Noto che è molto più ampio, infatti non è intralciato dalle case della città. 

  Scendono a scocco di freccia lungo i pendii e altrettanto vertiginosamente ne risalgono fino a raggiungere le vette più alte del cielo. Esse sembrano ancora più pazze, ancora più felici della loro libertà. 

domenica 5 gennaio 2025

Tema: un’attività che mi affascina

   Fin da quando fui colpita da una grave malattia, che mi arrecò notevoli sofferenze, è sorto in me il desiderio di mettere un giorno le mie capacità al servizio dell’umanità.

  Vari sono i modi per raggiungere questo scopo, ma quello a parer mio, può andare più a beneficio degli uomini, è quello di dedicarsi allo studio dei microbi e dei batteri che, oggi più che mai, infestano il corpo umano, procurandone spesso la morte.

  Finalmente, dopo tante ricerche, ho scoperto il nome di questa professione che da molto tempo mi alletta: quella del batteriologo.Da questi ho anche dedotto che essa è un’attività che comporta molti sacrifici che, certamente non sarebbero adatti ad una donna, che , generalmente si dedica alla vita familiare e alle faccende domestiche 

  Questa idea però, giorno per giorno si fortifica sempre nella mia mente e mi sprona a non scoraggiarmi soltanto al pensiero di sacrificare la mia vita e di non poterla trascorrere tranquillamente e sfacciatamente in una mia futura famiglia. 

  Ecco m’immagino già adulta, piena di energia e di volontà di seguire questa mia aspirazione. Mi trovo sola, in uno studiolo dalle mura chiazzate di umidità dal vapore che si eleva dalle provette in ebollizione, annerite dal fumo sprigionato dal fornelletto a gas. Con occhio attento, attraverso la lente  di un potente microscopio, osservo una piastrina sulla quale ho posato un frammento di corpo umano, colpito da quella terribile malattia che, negli ultimi decenni stermina giovani vite senza pietà: il cancro. 

  Sono infatti alla ricerca delle cause che provocano questo incurabile male, tuttora sconosciute. Se riuscissi finalmente a scoprire il virus responsabile di questo, sarei in grado di indicare ai chimici la strada più giusta per trovare la cura adatta per prevenire e vincere questo morbo. 

  Forse diverrei famosa, ma questa mia celebrità non fermerebbe certo le mie ricerche, anzi, mi spronerebbe infatti, ogni uomo, dopo aver raggiunto una meta, acquista più fiducia nelle proprie forze e con maggiore slancio riprende la lotta.